Unioni Civili, giudice cattolica: sì ai diritti delle coppie di fatto

Unioni Civili, giudice cattolica: sì ai diritti delle coppie di fattoLei è il giudice Melita Cavallo, ama definirsi “cattolica” e sulle coppie di fatto ha le idee ben chiare.

“Aspetti incostituzionali nella legge sulle unioni civili? Vedremo, non posso dirlo io. Ma la Consulta ha detto che le coppie di fatto devono avere un riconoscimento giuridico. Tutta l’Europa l’ha fatto, anche i Paesi più cattolici, solo l’Italia no”. Queste le parole del giudice che da poco si gode la meritata pensione.

Sono cattolica, continua il giudice, ma “da cittadina di uno Stato laico, sono convinta che le coppie di fatto debbano avere una loro disciplina”.

“Anche perché – aggiunge la dottoressa cavallo – questo non toglie nulla ai diritti degli altri, di chi sceglie di sposarsi”. E la stepchild adoption? E’ “un problema culturale”.

E’ solo questo che rende indigesto a una parte della politica e della società questo istituto previsto dalla legge Cirinnà.

Poi il giudice sottolinea che stepchild adoption è “una brutta e inappropriata espressione, giacché stepchild significa figliastro e qui invece si tratta dell’adozione del figlio del compagno”.

In ogni caso di là del nome, “la difficoltà ad accettarla nasce da archetipi che gli italiani si portano dietro, come quello che la mamma è una sola. Ma nella vita di ogni giorno ci sono sempre stati tanti bambini cresciuti con due figure di donna. E al tribunale di Roma abbiamo riconosciuto l’adozione di una bambina da parte della compagna della mamma quando abbiamo avuto la prova certa che stava bene”.

“Di una legge c’è però bisogno perché altri giudici hanno deciso diversamente e invece serve che tutti possano vedere riconosciuto allo stesso modo il loro diritto”.

Infine, Melita Cavallo conclude dicendo che di là del nodo adozione, la questione dei diritti per le coppie di fatto rimane: “nella legge Cirinnà non c’è l’equiparazione al matrimonio. I diritti che verrebbero applicati sono quelli di successione, di restare nella casa affittata dal compagno, e tutti quelli che riguardano la vita di una coppia. Chi parla di equiparazione con il matrimonio cerca solo di far confusione”.