Nuove ricerche mettono in guardia: anche un consumo moderato di alcol potrebbe accelerare la comparsa di demenza e Alzheimer. La scienza punta il dito su uno dei fattori di rischio più sottovalutati.

Cos’è la demenza e perché l’alcol potrebbe aumentare il rischio
La demenza è un termine ampio che descrive una serie di condizioni caratterizzate da un progressivo declino delle funzioni cognitive, come memoria, linguaggio, attenzione e capacità di giudizio. Tra le forme più comuni c’è il morbo di Alzheimer, che rappresenta fino all’80% dei casi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Recenti studi scientifici suggeriscono un legame sempre più stretto tra consumo di alcol e rischio di sviluppare demenza. E non si tratta solo di consumo eccessivo: anche livelli considerati “moderati” potrebbero causare danni neurologici irreversibili.
Gli effetti dell’alcol sul cervello: cosa dice la ricerca
Uno studio pubblicato nel 2023 sulla rivista peer-reviewed dell’Atrium Health ha evidenziato che persino una moderata assunzione di alcol può accelerare l’atrofia cerebrale, ovvero la perdita di tessuto cerebrale. Lo studio, condotto su modelli animali, ha anche rilevato un aumento delle placche amiloidi, proteine tossiche associate all’Alzheimer.
“I nostri dati suggeriscono che l’alcol può innescare la cascata patologica tipica dell’Alzheimer già nelle fasi iniziali”, ha affermato la professoressa Shannon Macauley della Wake Forest University School of Medicine.
Ma non si tratta solo di test su topi. Uno studio del 2024 condotto dall’Università di Oxford, pubblicato su Nature Communications, ha coinvolto oltre 40.000 partecipanti umani. Le scansioni cerebrali hanno dimostrato che alcune aree del cervello, particolarmente vulnerabili all’invecchiamento, sono anche estremamente sensibili agli effetti negativi dell’alcol, oltre che ad altri fattori come diabete e inquinamento atmosferico (Fonte: Nature).
Alcol: quanto è troppo? Le linee guida ufficiali
Nel Regno Unito, il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) raccomanda di non superare le 14 unità alcoliche settimanali, distribuite su almeno tre giorni. Una “unità” equivale a circa 10 ml di alcol puro — per fare un esempio pratico:
- Una pinta di birra forte contiene circa 3 unità
- Un bicchiere di vino da 175 ml contiene circa 2 unità
Conoscere le proprie unità alcoliche è fondamentale per tenere sotto controllo i rischi a lungo termine. Per maggiori dettagli, visita la guida ufficiale del NHS sul consumo di alcol.
Sintomi della demenza: quando preoccuparsi
Riconoscere precocemente i segnali della demenza è essenziale per intervenire tempestivamente. Tra i sintomi più comuni:
- Perdita di memoria recente
- Difficoltà nel seguire una conversazione o trovare le parole
- Confusione su tempo e luogo
- Cambiamenti dell’umore o del comportamento
- Problemi nelle attività quotidiane, come fare la spesa o gestire il denaro
Se si sospetta una condizione del genere, è importante consultare il medico di base per avviare un percorso diagnostico.
Alcol e cervello: un rischio modificabile
Gli esperti concordano su un punto chiave: l’alcol rappresenta un fattore di rischio modificabile. A differenza dell’età o della genetica, possiamo scegliere di limitare o evitare il consumo di bevande alcoliche per preservare la salute cognitiva nel tempo.
“I dati dimostrano che il cervello umano è vulnerabile anche a quantità moderate di alcol. Ridurre il consumo è una delle strategie più efficaci per proteggere il cervello in età avanzata”, ha sottolineato la professoressa Gwenaëlle Douaud, neuroscienziata dell’Università di Oxford.
Conclusione
Il messaggio è chiaro: anche un bicchiere in meno può fare la differenza. Con oltre 55 milioni di persone colpite dalla demenza nel mondo, secondo l’OMS, ogni scelta consapevole sulla nostra salute può avere un impatto reale. La prevenzione passa anche attraverso il nostro stile di vita, e l’alcol potrebbe non essere più considerato “innocuo” nemmeno a piccole dosi.