L’alcol uccide più della droga e del fumo, l’indagine in Italia

Fa più morti l’alcol della droga e del fumo, questa la drammatica realtà che fotografa un’indagine in Italia

 

Hai voglia a dire che, tutto sommato, il problema dell’alcol non è così grave come quello del fumo e della droga. In realtà le cose non stanno affatto così, e forse tendiamo a prestare più attenzione a quello che succede sul fronte del tabagismo e del consumo di droghe, considerando meno importante quello dell’alcol.

Eppure quest’ultimo esiste ancora, con tutta la sua carica di nocività. Forse ingenuamente qualcuno pensava che, col passare del tempo, i motivi per sballare si trovassero più altrove, in altre modalità di estraniarsi dalla quotidianità, come per l’appunto le droghe intese in senso classico.

Qualcuno pensava, e pensa, che la questione vera in termini di cose dannose per la salute, sia solo il fumo. Poi si viene a sapere che l’alcol fa 435mila morti in Italia in una decina di anni. Più del fumo e della droga.

Se la nonna e la mamma ci mettevano in guardia dal bere, avevano ragione; al giorno d’oggi si beve ancora molto, troppo. E molti di coloro che fanno uso eccessivo di alcol, fanno finta di non saperlo, o evitano di parlarne.

E c’è anche chi, per autoassolversi, ci racconta che allunga sempre, sistematicamente, il vino con l’acqua. Poi lo osserviamo e vediamo che beve circa dieci di questi bicchieri di acqua e vino che, comunque, corrispondono a più di cinque bicchieri di vino. Troppo comodo. E da sciagurati, oltretutto, perché è vero che c’è chi l’alcol lo regge bene, ma c’è chi non lo regge per niente. E comunque sovraccaricare il fegato e altri organi con consumi eccessivi di alcol, è una maniera del tutto sbagliata di vivere la propria vita.

Se in Italia prima bevevamo quasi esclusivamente vino, adesso vanno per la maggiore pure le birre, soprattutto fra gli stranieri, quelli che fanno lavori più pesanti. Due o tre ore di lavoro, e due o tre birre nel frattempo.

E se poi non bastano, a fine lavoro un altro paio. Col risultato che una quantità esorbitante di alcol viene immessa nel corpo, e il salario di una giornata va via per un terzo o anche di più appresso alle bottiglie di birra.

E, in effetti, gli studi ci dicono proprio che l’alcol rappresenta in Europa il primo fattore di rischio per la salute. Poi vengono il fumo e l’ipertensione.

Una recente Indagine sull’alcolismo in Italia, invece, ha appurato che dal 2008 al 2017 lo stesso alcol ha prodotto 435mila morti fra malattie correlate, incidenti, omicidi e suicidi.

Se la testa sta da un’altra parte, qualcuno ha l’impressione che si possa vivere meglio, magari momentaneamente. Salvo risvegliarsi con problemi ancora più grandi, enormi, difficili ancor di più da affrontare.

Lo studio dice che si beve ovunque, a qualunque ora, anche lontano dai pasti e fra le fasce più giovani della popolazione.

Quest’ultimo è forse il fenomeno più preoccupante. Tre Italiani su quattro, poi, mettono in relazione il bere con la socialità, la convivialità, il relax, il piacere e la spensieratezza. Ma si può essere felici, spensierati, conviviali, anche senza bere? Un Italiano su quattro mette in relazione l’alcol con l’alienazione, la fuga dai problemi, il pericolo e la perdita di controllo.

Ma dicevamo dei giovani. L’indagine si è occupata anche di giovani studenti, adolescenti, ragazzi lavoratori e no. Non c’è dubbio che in queste fasce di età il fenomeno sia in crescita preoccupante.

C’è un dato sconcertante da questo punto di vista: dalle interviste effettuate risulta che più della metà dei minorenni ha acquistato alcolici, nonostante questo sia proibito dalla legge italiana.

È bene che il legislatore intervenga in maniera più decisa in materia, ed è bene che i controlli siano più severi e stringenti. In fondo chi beve troppo mette a repentaglio non solo la sua vita, ma anche quella altrui.