Allergie peggiorate? Il cambiamento climatico sta allungando la stagione dei pollini, lo confermano gli esperti

Antonio Capobianco

Se quest’anno le tue allergie stagionali sembrano più intense del solito — con starnuti continui, occhi irritati e naso che cola — sappi che non sei solo, e non è solo una sensazione. Secondo un crescente numero di esperti in allergologia e climatologia, il cambiamento climatico sta alterando drasticamente i cicli di impollinazione, aggravando i sintomi delle allergie in tutto il mondo.

Il cambiamento climatico sta allungando la stagione dei pollini

Il legame tra clima e allergie: cosa dicono gli scienziati?

Studi recenti, compresi quelli pubblicati dall’American Academy of Allergy, Asthma & Immunology (AAAAI), confermano che temperature più elevate e inverni più miti stanno anticipando e prolungando la stagione dei pollini. Le piante — dagli alberi come querce, aceri e pini fino alle graminacee — rilasciano più polline per periodi più lunghi, mettendo a dura prova chi soffre di rinite allergica, nota anche come febbre da fieno, una condizione che colpisce tra il 10% e il 30% della popolazione mondiale.

Il Dr. Ron Saff, allergologo e professore associato di medicina clinica presso la Florida State University, ha dichiarato a Yahoo News che il polline oggi può essere visto come una sorta di “piccola palla di cannone”: trasportato dal vento, invade occhi, naso e gola, provocando reazioni immunitarie intense come starnuti, prurito e lacrimazione.

Perché peggiorano i sintomi?

La combinazione tra impollinazione anticipata e prolungata genera una maggiore esposizione al polline. Secondo Thomas Ogren, orticoltore ed esperto di piante allergeniche, il cambiamento climatico sta rendendo alcune specie più aggressive: alcune piante come il ginepro possono fiorire più volte all’anno, mentre altre prolungano la fioritura, allungando la stagione delle allergie anche di 5-7 settimane.

A peggiorare ulteriormente la situazione nelle aree urbane, c’è la combinazione tra polline e inquinamento atmosferico. Le particelle inquinanti interagiscono con i granuli pollinici, frammentandoli in particelle microscopiche che penetrano più in profondità nei polmoni, aumentando il rischio di asma e altre complicazioni respiratorie.

Come proteggersi: consigli pratici dagli esperti

Nonostante non sia possibile controllare direttamente i cambiamenti climatici, ci sono alcune buone pratiche per ridurre l’esposizione al polline:

  • Evitare le uscite nelle prime ore del mattino, quando la concentrazione di polline è più alta.
  • Chiudere le finestre durante le giornate ventose o in piena fioritura.
  • Cambiare subito i vestiti al rientro in casa, per evitare di portare il polline all’interno.
  • Utilizzare filtri HEPA in casa e in auto.
  • Monitorare i bollettini pollinici locali, disponibili anche tramite app dedicate.

La Dott.ssa Purvi Parikh dell’Allergy and Asthma Network e la Dott.ssa Tania Elliott di Nectar Allergy sottolineano l’importanza di uno stile di vita preventivo e, quando necessario, l’utilizzo di farmaci antistaminici sotto supervisione medica.

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