Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista medica BMJ, alcune professioni potrebbero ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Tra queste spiccano i tassisti e gli autisti di ambulanze, che sembrano avere una probabilità molto più bassa di morire a causa di questa malattia neurologica. La ricerca, condotta su dati provenienti dagli Stati Uniti, mette in luce un legame interessante tra le attività lavorative che richiedono un costante orientamento spaziale e una migliore salute cerebrale.
L’ippocampo: il cuore della memoria spaziale
Il segreto potrebbe risiedere nell’ippocampo, la regione del cervello responsabile della memoria spaziale e dell’orientamento. È proprio qui che la degenerazione delle cellule cerebrali tipica dell’Alzheimer inizia a manifestarsi. L’ipotesi è che il continuo esercizio mentale richiesto per orientarsi e navigare in percorsi complessi, come quelli affrontati quotidianamente dai tassisti e dagli autisti di ambulanze, possa agire come un allenamento per il cervello, ritardando o prevenendo il declino cognitivo.
Dati che supportano la teoria
Lo studio ha analizzato i certificati di morte di quasi nove milioni di persone decedute negli Stati Uniti tra il 2020 e il 2022. Tra questi, il 3,88% dei decessi era attribuito all’Alzheimer. Tuttavia, la percentuale scende drasticamente tra i tassisti (1,03%) e gli autisti di ambulanze (0,74%). Questi dati sono stati confrontati con altre professioni legate ai trasporti, come gli autisti di autobus o i piloti, che seguono percorsi meno flessibili e non hanno mostrato lo stesso beneficio.
La “conoscenza” dei tassisti: un allenamento per il cervello
La teoria che lega l’orientamento spaziale alla salute cerebrale trova conferma in precedenti studi sui tassisti londinesi, noti per la loro capacità di memorizzare il complesso labirinto stradale della capitale inglese, un’abilità chiamata “la conoscenza”. Questo tipo di allenamento ha portato a modifiche strutturali nell’ippocampo, come dimostrato da ricerche precedenti. Ora, i dati statistici dello studio “BMJ” offrono un supporto ancora più solido, basandosi su cause di morte certificate e analisi trasversali.
Fattori di rischio aggiustati
Per assicurarsi che i risultati non fossero influenzati da altri fattori come età, sesso, etnia o livello di istruzione, i ricercatori hanno calcolato i rischi aggiustati. Anche dopo queste correzioni, il legame tra l’attività professionale e la riduzione del rischio di Alzheimer è rimasto evidente, suggerendo un ruolo significativo dell’orientamento spaziale nell’attività lavorativa.
Limiti e precisazioni
È interessante notare che il beneficio non si estende ad altre forme di demenza. Inoltre, lo studio distingue tra decessi causati dall’Alzheimer e quelli in cui la malattia è stata un fattore secondario. Questo sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi sottostanti.
Conclusione: Professioni che stimolano la memoria spaziale, come quelle dei tassisti e degli autisti di ambulanze, potrebbero offrire una protezione naturale contro l’Alzheimer. Questi risultati aprono nuove prospettive sulla prevenzione delle malattie neurodegenerative e sul ruolo dell’allenamento mentale nella salute cerebrale.