Chi decide su una richiesta di accesso civico generalizzato

Antonio Capobianco

La decisione su una richiesta di accesso civico generalizzato spetta all’amministrazione pubblica che detiene i dati o i documenti richiesti.

Secondo il D.Lgs. 33/2013 (modificato dal D.Lgs. 97/2016), il procedimento prevede che:

  1. L’ufficio competente dell’amministrazione destinataria della richiesta valuti la legittimità dell’accesso.
  2. Eventuale coinvolgimento di controinteressati: se i documenti contengono dati personali o informazioni riservate di terzi, questi devono essere informati e possono opporsi.
  3. Decisione finale dell’amministrazione: può concedere l’accesso, negarlo con una motivazione o limitarlo parzialmente.
Chi decide su una richiesta di accesso civico generalizzato
foto@pixabay

Se l’accesso viene negato o limitato, il richiedente può presentare:

  • Richiesta di riesame al Responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT) della stessa amministrazione.
  • Ricorso al TAR o rivolgersi al difensore civico per una mediazione (se previsto a livello regionale).

L’obiettivo della normativa è garantire la trasparenza amministrativa, bilanciando il diritto di accesso con la tutela della privacy e altri interessi pubblici rilevanti.

L’accesso civico generalizzato, introdotto dal D.Lgs. 97/2016, è uno strumento che consente a chiunque di richiedere documenti, dati e informazioni detenuti dalla pubblica amministrazione, senza dover dimostrare un interesse specifico. Questo diritto mira a garantire la trasparenza dell’azione amministrativa, promuovendo il controllo diffuso da parte dei cittadini.

Chi Decide sull’Accesso Civico Generalizzato?

La decisione su una richiesta di accesso civico generalizzato spetta all’amministrazione pubblica che detiene le informazioni richieste. Il processo decisionale prevede i seguenti passaggi:

  1. Presentazione della richiesta: Il cittadino invia la domanda all’ente pubblico competente, specificando i documenti o le informazioni desiderate. Non è necessario fornire una motivazione.
  2. Valutazione della richiesta: L’amministrazione verifica se i documenti richiesti possono essere divulgati o se sussistono limiti alla trasparenza, come la tutela della sicurezza nazionale, della privacy o di segreti industriali.
  3. Coinvolgimento di eventuali controinteressati: Se la richiesta riguarda dati sensibili o informazioni su soggetti terzi, questi vengono informati e possono opporsi alla diffusione.
  4. Decisione finale: L’amministrazione può:
    • Accogliere la richiesta e fornire i documenti richiesti.
    • Negare l’accesso con una motivazione.
    • Concedere un accesso parziale, oscurando le parti riservate.

Cosa Fare in Caso di Diniego?

Se l’amministrazione nega l’accesso o lo limita, il richiedente ha diverse opzioni per contestare la decisione:

  • Richiesta di riesame al Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT) dell’ente pubblico interessato.
  • Ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), che può ordinare all’amministrazione di fornire i documenti.
  • Difensore civico regionale: In alcune Regioni, è possibile rivolgersi a questo organo per ottenere una revisione della decisione senza dover ricorrere al tribunale.

Eccezioni e Limiti all’Accesso Civico

Sebbene il principio generale sia la trasparenza, esistono alcuni limiti per proteggere interessi rilevanti, tra cui:

  • Sicurezza nazionale e ordine pubblico.
  • Protezione dei dati personali e privacy.
  • Segreti commerciali e industriali.
  • Corretta gestione dei procedimenti amministrativi e giudiziari in corso.

Conclusioni

L’accesso civico generalizzato rappresenta un importante strumento di trasparenza e controllo democratico. Tuttavia, il diritto di accesso deve essere bilanciato con la tutela di interessi pubblici e privati. Chiunque voglia ottenere informazioni dalla pubblica amministrazione deve conoscere le procedure e le possibili alternative in caso di diniego, per esercitare al meglio questo diritto fondamentale.

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