Confindustria prevede un crollo del Pil del 10%

Tutte le attività produttive ritenute non essenziali sono bloccate da tre settimane e non si sa quando riapriranno con precisione: una decisione certamente non presa a cuor leggera, ma resasi necessaria per arrestare la diffusione della pandemia che ha completamente sconvolto le nostre vite.

Questo blocco, lo sappiamo tutti, avrà delle pesanti ripercussioni: molti imprenditori potrebbero non avere la forza di rimettersi in moto, molti settori potrebbero subire pesanti strascichi per molti mesi ancora, e centinaia di migliaia di persone potrebbero ritrovarsi disoccupate da un giorno all’altro.

Confindustria prevede un crollo del Pil del 10
foto@Wikipedia

E se si considera la situazione in numeri, tutto appare ancora più chiaro: è una “economia italiana colpita al cuore” dal coronavirus e sarà “enorme la perdita di Pil nella prima metà del 2020”. Lo stima il centro studi di Confindustria: una “caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa”.

Segni negativi anche per consumi delle famiglie, esportazioni e occupati, attese in calo rispettivamente del 6,8%, del 5,1% e del 2,5%.

Sull’intero anno le previsioni del Centro Studi di Confindustria parlano di un calo annuale del PIL del 6% mentre nel 2021 è attesa una crescita del 3,5%.

Poi l’avvertimento: “Ogni settimana in più di blocco normativo delle attività produttive, secondo i parametri attuali, potrebbe costare una percentuale ulteriore di prodotto interno lordo dell’ordine di almeno lo 0,75%”.