Dall’Africa al Regno Unito, il nuovo virus della febbre di Lassa

In Inghilterra due persone sono state contagiate con il virus della febbre di Lassa e un terzo è segnalato come un caso “probabile” secondo l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito [UKHSA].

Questa è la prima volta che casi pericolosi per la vita causati dal virus Lassa sono stati identificati nel Regno Unito in oltre un decennio.

Uno dei due casi confermati è guarito e il 2° sta ricevendo cure specialistiche presso il Royal Free London NHS Foundation Trust .

Il caso “probabile” è in cura presso la fondazione NHS del Bedfordshire Hospitals, ha affermato l’UKHSA. I casi coinvolgono pazienti della stessa famiglia nell’est dell’Inghilterra e sono legati a recenti viaggi in Africa occidentale.

I casi di febbre di Lassa sono rari nel Regno Unito e in altri paesi europei. Il virus non si diffonde facilmente tra gli esseri umani. Il rischio complessivo per il pubblico è molto basso.

Cos’è la febbre di Lassa

La febbre di Lassa è una febbre emorragica causata da un Arenaviridae, il virus Lassa . Questo è endemico in diversi paesi dell’Africa occidentale, Nigeria, Guinea, Liberia e Sierra Leone, dove si verificano regolarmente focolai epidemici e colpiscono da 100 a 300.000 persone all’anno, di cui da 5 a 6.000 soccombono.

Il principale serbatoio del virus Lassa è un piccolo roditore peridomestico chiamato Mastomys natalensis.

Il virus si trasmette all’uomo attraverso il contatto con escrementi animali (urina, feci). Molti di questi roditori vivono vicino o addirittura all’interno delle case e il loro tasso di infezione può raggiungere l’80%. Il contatto tra l’uomo e il serbatoio infetto è quindi molto frequente nei villaggi.

Il virus può anche essere trasmesso da uomo a uomo, principalmente in ambito ospedaliero, per contatto cutaneo-mucoso con i fluidi biologici di un paziente.

Il quadro clinico della febbre di Lassa è variabile, dall’infezione asintomatica, molto comune (80% dei casi) alla febbre emorragica da fulmine.

La malattia inizia da 6 a 21 giorni dopo l’infezione con segni clinici non specifici: febbre, vomito, nausea, dolore addominale, mal di testa, mialgia, artralgia, astenia.

Nei casi più gravi la sintomatologia poi peggiora, con la comparsa di edemi, segni emorragici, versamenti pericardici e pleurici e più raramente encefalite.

Il paziente muore in un contesto di shock ipotensivo e ipovolemico e di insufficienza renale ed epatica.

La febbre di Lassa è estremamente grave per le donne in gravidanza, portando spesso alla morte della madre e sistematicamente a quella del feto.

Fonte: ProMED