Ignazio Marino, i disastri di Roma dopo le sue dimissioni

Ignazio Marino parla degli ultimi disastri di Roma, a più di due anni dalle sue dimissioni.

Certo, Ignazio Marino potrebbe anche essere risentito per il modo in poco elegante con il quale è stato “dimissionato” dal suo stesso partito più di due anni fa, tuttavia la situazione a Roma è, di fatto, ulteriormente peggiorata.

Fra buche stradali, immondizia imperante, traffico del tutto insostenibile e mancanza totale di una visione strategica della città, in realtà molti, anche a sinistra, si sono pentiti di aver contribuito a mandare a casa il vecchio Sindaco per lasciare il campo libero alla Raggi.

La quale, mentre tutti in questi giorni parlano di ponti da rifare, di grandi opere, dell’insostenibilità della condizione rifiuti, si è preoccupata di mandare un tweet dalla Corsica, dicendo che sono stati scoperti coloro che hanno abbandonato un materasso in una via periferica di Roma. In effetti, la maleducazione impera, imperava e speriamo non continuerà a imperare, tuttavia forse il Sindaco della capitale d’Italia dovrebbe affrontare la questione rifiuti in un modo meno sbrigativo e superficiale.

Ma torniamo al buon Ignazio Marino, uomo cattolico e laico al contempo, pragmatico fino all’inverosimile, e anche un po’ vanesio. Anche nella bella intervista al quotidiano “Affari Italiani”, di cui riportiamo alcuni stralci, traspare in maniera evidente un atteggiamento piuttosto egocentrico che forse ha fatto male, alla fin fine, a lui stesso e alla città. Ma sentiamo cosa dice, nei passaggi principali, l’ex sindaco, soprattutto riguardo alla questione “monnezza”.

Interrogato sulla differenza fra la sua gestione e quella della Raggi, ha tenuto a sottolineare: “In realtà durante il mio mandato la città era già, come evidenziato, integralmente servita dal modello di raccolta differenziata e si stava già lavorando per procedere a ottimizzazioni e innovazioni tecnologiche e digitali quali lo sviluppo dei sistemi di GPS e di workforce management per rendere la raccolta più efficace ed efficiente garantendone il diretto controllo da parte degli stessi cittadini”.

“I numeri che ho elencato – continua Marino – rispondendo alla sua prima domanda riguardano il passato e sono certificati dai bilanci dell’azienda che si occupa dei rifiuti a Roma. Essi evidenziano l’accelerazione della raccolta differenziata durante il mio mandato, seguita da una brusca frenata nei due anni successivi al mio allontanamento”.

“È un annuncio importante, quello che lei mi riferisce, di una Sindaca che intenda rafforzare di nuovo la raccolta differenziata. Tuttavia, se vere, le notizie di stampa degli ultimi giorni sullo spostamento alla discarica di Malagrotta di 700 tonnellate di rifiuti contenute in un treno abbandonato sui binari della ferrovia al Salario appaiono come un passo verso un vecchio modus operandi”.

Poi l’ex Sindaco, chiamato in causa su come deve essere secondo lui impostato il problema dei rifiuti nella Capitale, ha risposto: “Tra il 2012 e il 2015 la crescita della raccolta differenziata, gestita con la messa a regime dell’impiantistica pubblica, ha contribuito ad aumentare l’autonomia di Roma dagli impianti privati che trattano rifiuti indifferenziati. Credo che questo debba essere ancora oggi il punto di partenza di una nostra riflessione”.

“In quel periodo riuscimmo a ridurre la quantità di rifiuto indifferenziato da 1.210.119 tonnellate del 2013 a 1.000.448 tonnellate del 2015, con un incremento dei rifiuti differenziati da 545.637 a 700.320 tonnellate. Grazie a questo la percentuale di autonomia di Roma dagli impianti privati, durante i miei 28 mesi di governo passò dal 14% (del periodo 2008-2012) al 35 % (del periodo 2014-2015) ”.

“Era però necessario proseguire il percorso intrapreso e costruire le condizioni perché Roma potesse essere completamente autonoma nel trattare i rifiuti differenziati. Il mio progetto degli “Ecodistretti”, cui accennavo e che venne interrotto con l’allontanamento della mia Giunta nell’ottobre 2015, si proponeva esattamente questo. Il piano industriale previsto dalla nostra delibera 52/2015 prevedeva la realizzazione di 4 “Ecodistretti”, ciascuno con una potenzialità di trattare circa 400.000 tonnellate di rifiuti, in altre parole in grado di gestire il totale della produzione rifiuti di Roma”.

“Il piano previsto nella mia delibera fissava al 2016 l’anno di entrata in esercizio del primo Ecodistretto, il secondo e il terzo nel 2018 e il quarto nel 2019. Credo che sia stato tutto interrotto. In compenso è stato autorizzato dalla Regione Lazio, con l’accordo di Roma Capitale, attraverso la determinazione G509021 del 27 giugno 2017, un impianto di tritovaglio dei rifiuti di proprietà privata”.

“Fatto che – conclude Ignazio Marino – sembrerebbe indicare la volontà di voler abbandonare la fase di crescita della raccolta differenziata impressa al tempo della mia Amministrazione, e affidarsi nuovamente all’impiantistica privata invece che a quella pubblica”.

a cura di: Eleonora Gitto