Marijuana light, è legale in Italia?

Marijuana light, ora è legale anche in Italia. Finalmente ci allineiamo ad altri Paesi che riconoscono la legalità del consumo di Cannabis light.

La polemica “Marijuana sì, Marijuana no” è ultradecennale, e ha coinvolto un’infinità di persone: giovani, maturi, uomini, donne e così via.

Ci si è sempre chiesto quale fosse la linea di confine fra quella che è considerata una droga e quella che non lo è. L’argomento ovviamente è delicatissimo, perché c’è chi dice che il consumo di Marijuana è l’anticamera dell’assunzione di droghe più pesanti che fanno davvero male.

Sarà così? Francamente non riteniamo la questione dirimente da un punto di vista sociale; non pensiamo che possa essere uno spartiacque fra salute e non salute, fra civiltà e non civiltà, tuttavia alcune forze politiche hanno fatto della legalizzazione della cannabis una battaglia più che di giustezza, diremmo ideologica.

Ad esempio i Radicali, che combattono da moltissimo tempo su questo fronte per la legalizzazione. Si ha quasi l’impressione della difesa della cultura, tutta ideologica per l’appunto, della trasgressione in quanto tale. Dell’andare oltre, di vedere fino a che punto ci si può spingere fino a lambire le soglie della legalità. Un ricordo, forse un po’ fuori moda, di vecchie battaglie legate alla protesta giovanile, ai suoi derivati comportamentali, alla necessità di essere diversi, di dichiarare un’alterità fuori dagli schemi ufficiali.

Vecchie posizioni e nuove leggi. Battaglia probabilmente vinta, dopo una cinquantina di anni; ma, diciamocelo chiaramente, forse non era necessaria una legge e forse non servivano nemmeno le battaglie che sanno tanto di passato. Ma tant’è; nell’anno del signore 2018, in primavera, è stato raggiunto il risultato che la Marijuana light adesso è davvero legale, lo è a tutti gli effetti. La produzione e il commercio, con le modalità previste dalla legge, sono consentiti.

marijuana light legale in italia

In un’intervista a La Repubblica, Luca Marola, fondatore di Easy Joint, esulta: “Dopo un anno dal lancio della cannabis light, questa è la nostra grande vittoria. Adesso tutti i lavoratori e i coltivatori potranno festeggiare: la produzione e il commercio delle infiorescenze è stato finalmente riconosciuto anche dal Ministero”.

Per la prima volta la parola ‘infiorescenze’ viene inserita in un testo di diritto, riconoscendone così il valore. Adesso tutti i soggetti che hanno investito in questo business sanno di agire legalmente, senza più ombre. E’ un passo importantissimo. Il prossimo? Riprendere in mano la lotta antiproibizionista”.

E nella relativa Circolare ministeriale si legge proprio quanto segue: “La coltivazione della canapa è consentita senza necessità di autorizzazione, che viene richiesta invece se la pianta ha un tasso di THC di oltre lo 0,2%, come previsto da regolamento europeo. Qualora la percentuale risulti superiore ma entro il limite dello 0,6%, l’autorità giudiziaria può disporre il sequestro o la distruzione delle coltivazioni di canapa”.

Lo stesso Andrea Olivero, Vice Ministro competente per materia, precisa: “Si tratta di un provvedimento necessario per chiarire i possibili usi della canapa coltivata nell’ambito del florovivaismo, in modo da attuare pienamente una buona legge e precisarne il suo campo di applicazione. In questo modo agevoliamo anche l’attività di controllo e repressione da parte degli organi preposti”.

Interviene anche la Coldiretti con una nota: “Sono centinaia le nuove aziende agricole che hanno avviato nel 2018 la coltivazione di canapa in tutti i campi. Il giro di affari della Marijuana legale ha un potenziale stimato in oltre 40 milioni di euro”.

Insomma, tutto è bene quel che finisce bene. Anni e anni di battaglie, di incomprensioni, di timidezze, di testi abbozzati, di indecisioni, alla fine hanno condotto alla redazione di una circolare ministeriale che sembra aver chiarito ogni dubbio in materia. Almeno si spera perché, come si sa, il nostro Paese è la “culla” diritto, ma in questa culla si sdraiano tutti con le loro infinite interpretazioni, fino a che nella culla stessa ci si addormenta. E ci si sveglia mentre stanno facendo una nuova legge prima ancora di applicare quella che c’era prima.