Nigel Farage non si dimette dal Parlamento Europeo.
Il capo del partito inglese Ukip, principale artefice della Brexit, ha dichiarato nella seduta odierna dell’Europarlamento: “Non mi dimetto ora dall’Europarlamento, non intendo dimettermi fino a quando il lavoro non sarà fatto. Abbiamo vinto la guerra, ora dobbiamo vincere la pace”.
A parte il fatto che in molti cominciano a pensare che è stata vinta una battaglia più che una guerra, la dichiarazione del leader dei separatisti è un mix di bassa retorica e di utilitarismo personale.
Bassa retorica perché la frase “vincere la pace” non ha senso, utilitarismo perché evidentemente non ha nessuna intenzione di rinunciare al proprio lauto stipendio di europarlamentare.
Se fosse coerente, dovrebbe essere il primo a dimettersi. E, infatti, l’arrivo nell’Aula di Bruxelles di Farage è stato accompagnato da una salva di fischi e da una marea di polemiche.
Con sarcasmo, Farage ha ringraziato per la calorosa accoglienza, commentando che è stata una cosa divertente. Tesissimi i rapporti col commissario Juncker, il quale rivolto al leader dell’Ukip, ha detto:
“Ho sempre pensato che non bisogna lasciare le nazioni ai nazionalisti, che sono antieuropei e antipatrioti. Lei ha detto di essersi sbagliato sui dati di bilancio, ma avendolo ammesso solo dopo il referendum lei ha mentito. Questa è l’ultima volta che ci parliamo in questa sede”.