Peste, paura per un ternano di ritorno dal Madagascar

Il Madagascar è la quarta più grande isola del mondo, situata nell’oceano Indiano, al largo della costa orientale dell’Africa, di fronte al Mozambico. Ospita il 5% delle specie animali e vegetali del mondo, l’80% delle quali sono endemiche del Madagascar.

Soprannominata dal popolo francese ‘Grande Ile’, la repubblica democratica del Madagascar è un coacervo di bellezze naturali paradisiache: foreste fitte, fiumi e laghi come l’Alaostra, della superficie cinque volte maggiore di quella del nostrano Garda, e km interminabili di spiagge immacolate.

Ma l’isola purtroppo è anche colpita da epidemie che diventano subito virali, e sono difficilissimi da debellare.

In Madagascar è infatti in corso in questi mesi un’epidemia di peste polmonare, la forma più grave e mortale della peste, che secondo il ministero della Salute del paese ha interessato finora almeno 343 persone e ha causato la morte di 42. Le stime sono riferite al rapporto dello scorso 7 ottobre, ma le autorità sanitarie dicono che la quantità di nuovi casi sta aumentando rapidamente e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è attivata per monitorare la situazione.

L’incrementarsi dell’epidemia sembra associato al peggioramento delle condizioni di vita della popolazione, una crescente povertà e il conseguente peggioramento delle politiche pubbliche sanitarie. L’11 ottobre il presidente Hert Rajaonarimampianina ha ufficialmente lanciato la campagna sanitaria contro la peste. L’Oms ha contribuito con l’invio di 1,2 milioni di dosi di antibiotici e ha avviato, insieme alla Croce Rossa Italiana un reclutamento atto a creare un team di volontari d’azione.

L’équipe di MSF, oltre alla cura dei contagiati, sta inoltre aiutando le autorità locali a implementare il sistema di triage dei pazienti, così da identificare e isolare i malati, e a coordinare il sistema di ambulanze nella città

Altamente contagiosa, viene trasmessa da persona a persona spesso dalla tosse. Se non trattata, ha un tasso di mortalità vicino al 100% e può essere fatale entro 24 ore dal momento in cui è contratta.

La peste polmonare ha un periodo di incubazione che può arrivare ai 7 giorni, ecco perché è necessario conoscere bene i sintomi attraverso campagne informative, in maniera da isolare chi ne è stato colpito e trattarlo con le cure mediche adeguate.

Si temeva che potesse essere stato contagiato anche un nostro connazionale, un ternano che la mattina della vigilia di Natale si è presentato al Pronto soccorso di Terni, riferendo di essere appena tornato dal Madagascar e di avere febbre alta, cefalea e diarrea.

Per fortuna i sanitari hanno potuto escludere l’ipotesi della peste, ma il ternano è rimasto in isolamento cautelativo nella clinica di Malattie infettive dell’ospedale cittadino, dove è stato sottoposto ad una serie di esami e accertamenti per escludere qualsiasi altra malattia infettiva.

Negativo anche alla malaria e a tutti gli esami ematici, se le sue condizioni miglioreranno potrà essere dimesso mercoledì.

L’uomo è al momento in condizioni stabili e non presenta più febbre ne’ altri sintomi, tuttavia non viene sottovalutata nessuna ipotesi e il paziente resterà ricoverato in isolamento cautelativo nel reparto di malattie infettive fino alle dimissioni.