Carni rosse lavorate e rischio demenza: cosa rivela il nuovo studio pubblicato su Neurology

Antonio Capobianco

Un’alimentazione sana può influenzare profondamente la nostra salute mentale e cognitiva. A confermare questa connessione arriva un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Neurology, che mette in evidenza un possibile legame tra il consumo di carni rosse lavorate e un aumento del rischio di demenza.

Carni rosse lavorate e rischio demenza

Cosa dicono i dati?

I ricercatori hanno analizzato le abitudini alimentari di oltre 133.000 persone, monitorate per un periodo di 43 anni. Nessuno dei partecipanti aveva una diagnosi di demenza all’inizio dello studio. I soggetti sono stati suddivisi in tre gruppi in base al consumo giornaliero di carni lavorate (come salsicce, salame, pancetta e mortadella): basso, medio e alto.

Nel corso dello studio, oltre 11.000 persone hanno sviluppato demenza. I risultati hanno mostrato che coloro che consumavano quantità maggiori di carne rossa lavorata avevano un 13% di probabilità in più di sviluppare la malattia rispetto a chi ne consumava meno.

Gli autori concludono:

“Un’assunzione elevata di carne rossa, in particolare quella lavorata, è stata associata a un maggior rischio di demenza e a un peggioramento delle capacità cognitive. Ridurre il consumo di questi alimenti potrebbe rientrare nelle raccomandazioni per la salute cerebrale.”

Un legame diretto o indiretto?

La neurologa Jasmin Dao, commentando i risultati, ha spiegato che le conclusioni non sono sorprendenti. Le carni rosse lavorate sono già state collegate a condizioni come diabete e malattie cardiovascolari, entrambe note per aumentare il rischio di sviluppare disturbi cognitivi e demenza.

Inoltre, questi alimenti sono spesso ricchi di grassi saturi e sodio, che possono favorire l’infiammazione cerebrale, alterare la circolazione sanguigna e compromettere la funzionalità del cervello a lungo termine.

Serve cautela: associazione non significa causa

È importante sottolineare che lo studio ha rilevato un’associazione, non una relazione di causa-effetto diretta. In altre parole, non è stato dimostrato che mangiare carne lavorata causi demenza, ma solo che le persone che ne consumano di più tendono ad avere un rischio maggiore.

Tuttavia, questo tipo di evidenza rafforza l’idea che l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella salute del cervello, soprattutto in età avanzata. Adottare una dieta più bilanciata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e fonti proteiche magre, potrebbe rivelarsi una strategia efficace per prevenire il declino cognitivo.


Vuoi prenderti cura della tua mente? Inizia dal piatto.

Limitare il consumo di carni rosse lavorate potrebbe essere un passo semplice ma significativo verso una salute cerebrale migliore. La prevenzione comincia dalle scelte quotidiane.

Next Post

Cenare presto aiuta a controllare l'appetito e perdere peso: lo conferma uno studio di Harvard

Un semplice cambiamento nelle abitudini alimentari può fare una grande differenza per la salute. Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism e condotto da ricercatori dell’Università di Harvard, anticipare l’orario della cena può favorire la perdita di peso, migliorare il metabolismo e ridurre l’appetito. Mangiare prima per dimagrire […]
Cenare presto aiuta a controllare appetito e perdere peso