Matteo Renzi, parlando dell’Europa, dice che non rinuncia a difendere l’interesse nazionale.
Quanta retorica in quest’affermazione. Ci mancherebbe pure che decidesse di rinunciare.
Eppure il segretario del Pd e Presidente del Consiglio, a parte queste uscite che potrebbe risparmiarsi, ha aggiunto alcune cose di interesse e di rilievo.
Dal palco di Mantova, eletta capitale della cultura italiana, Matteo ha detto che “chi afferma che il problema europeo è Schengen, che bisogna chiudere le frontiere, non solo fa un passo indietro ma tradisce l’idea di Europa”.
E poiché questa è la stessa posizione anche della Germania, è piuttosto difficile che l’idea dell’abbandono del trattato di Schengen sull’apertura delle frontiere, possa essere perseguita con successo.
Poi Renzi è tornato alla retorica, cercando di allacciare concetti collegabili solo con un’ardita operazione di ingegneria concettuale, laddove si è trovato ad affermare che “il vero antidoto contro il terrorismo è la cultura”. Ora, come faccia la cultura a fermare le stragi di Parigi o delle Twin Towers, è operazione fuori dalla portata di una mente normale.
Se avesse detto che l’antidoto è la lotta alle disuguaglianze o magari anche semplicemente il fatto che nel 2016 d.C. esistono ancora le religioni, sarebbe stato molto più credibile.