Dimagrire velocemente non è sempre sinonimo di benessere. Negli ultimi anni, il boom della chirurgia bariatrica e dei nuovi farmaci per la perdita di peso – come semaglutide e liraglutide – ha suscitato crescenti preoccupazioni tra i professionisti della salute mentale. Dietro ai successi clinici si nascondono rischi psicologici spesso sottovalutati, soprattutto per chi ha una storia di fragilità emotiva.

Secondo un’analisi pubblicata da Medscape, portale medico di riferimento internazionale, le persone con bassa autostima, disturbi dell’umore o ipersensibilità emotiva possono vivere la rapida perdita di peso come un fattore destabilizzante. I cambiamenti ormonali e neurologici che accompagnano il dimagrimento possono, infatti, interferire con l’equilibrio emotivo e aumentare il rischio di depressione.
Ormoni, neurotrasmettitori e umore: cosa succede al cervello quando si dimagrisce
Sia i farmaci anti-obesità che la chirurgia bariatrica producono importanti alterazioni fisiologiche. Gli agonisti del GLP-1 (come Ozempic e Saxenda) attraversano la barriera ematoencefalica e agiscono sulle aree cerebrali che regolano fame e gratificazione. Allo stesso tempo, interventi come il bypass gastrico modificano la secrezione di ormoni chiave – tra cui grelina, leptina, insulina e peptide YY – influenzando indirettamente i circuiti della dopamina e della serotonina.
Questi cambiamenti, sebbene utili per la perdita di peso, possono attivare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), aumentando la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. L’eccesso cronico di cortisolo è stato collegato a un aumento del rischio di disturbi depressivi, come evidenziato da diversi studi pubblicati sulla National Library of Medicine.
La trasformazione del corpo e il peso delle aspettative
Un altro elemento critico è il rapporto con l’immagine corporea. Dopo un dimagrimento rapido e significativo, non tutti riescono ad adattarsi mentalmente al “nuovo sé”, soprattutto se i risultati non corrispondono alle aspettative iniziali.
Secondo la American Psychological Association, la dissonanza tra l’aspetto fisico attuale e la percezione di sé può generare ansia, frustrazione e disagio psicologico, amplificati dai modelli estetici proposti sui social media.
La pressione esercitata da questi canali può diventare deleteria, in particolare per chi ha una bassa autostima o è incline a confronti sociali, portando a nuove forme di insoddisfazione e a standard irrealistici di perfezione fisica.
Da un disturbo all’altro: quando il cibo non è più la valvola di sfogo
La perdita di peso drastica modifica anche i meccanismi con cui molte persone gestiscono le emozioni. Spesso, infatti, il cibo era usato come risposta allo stress o all’ansia. Dopo un intervento bariatrico, viene meno questa valvola di sfogo, e in alcuni casi possono emergere o intensificarsi comportamenti sostitutivi compulsivi, come l’abuso di alcol o shopping patologico.
Diversi studi, come quello pubblicato sul Psychosomatic Medicine Journal, hanno evidenziato un aumento del rischio di ricadute depressive e altri disturbi psichiatrici nei pazienti operati, soprattutto tra coloro con un passato di fragilità psicologica.
Attività fisica: l’alleato naturale per dimagrire e proteggere la mente
Al contrario, la perdita di peso ottenuta attraverso attività fisica regolare mostra effetti significativamente più positivi sulla salute mentale. Una revisione sistematica pubblicata sul Journal of Affective Disorders ha confermato che l’esercizio fisico riduce i pensieri suicidari, migliora l’umore, aiuta a gestire ansia e depressione e migliora la qualità del sonno.
“Il movimento regolare è uno degli strumenti più potenti e accessibili per tutelare la salute mentale”, sottolineano i ricercatori, raccomandando almeno 150 minuti a settimana di attività moderata per benefici tangibili.
Conclusione
La perdita di peso può portare grandi benefici per la salute fisica, ma non deve essere affrontata con superficialità. Dimagrire troppo rapidamente, soprattutto attraverso farmaci o interventi chirurgici, può innescare disturbi psicologici rilevanti. È fondamentale accompagnare ogni percorso dimagrante con un supporto psicologico strutturato, soprattutto nei casi di pregressi disturbi dell’umore.
La chiave è nel miglioramento sostenibile e graduale, che tenga conto non solo del corpo, ma anche della mente.
Fonti autorevoli:
- Medscape – Psychological impact of rapid weight loss
- National Library of Medicine – Cortisol and mood disorders
- Journal of Affective Disorders – Exercise and suicide prevention
- American Psychological Association – Body image and mental health

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