Il diritto di usufrutto è regolato dal Codice Civile italiano, in particolare dagli articoli 978-1026. La sua durata dipende dalla natura del titolare e dalle condizioni stabilite nell’atto costitutivo.

Durata del diritto di usufrutto
- Per le persone fisiche
- L’usufrutto è temporaneo e non può eccedere la vita dell’usufruttuario.
- Se il titolo non fissa una durata, l’usufrutto si estingue con la morte dell’usufruttuario (art. 979 c.c.).
- Se viene costituito a favore di più persone, dura fino alla morte dell’ultimo usufruttuario.
- Per le persone giuridiche
- L’usufrutto non può durare più di 30 anni (art. 979, comma 2, c.c.).
- Dopo questo termine, il diritto si estingue automaticamente e il bene torna in pieno possesso del nudo proprietario.
Cause di estinzione del diritto di usufrutto
Oltre alla naturale scadenza, il diritto di usufrutto si estingue nei seguenti casi:
- Consolidazione: quando usufrutto e proprietà si riuniscono nella stessa persona (art. 1014 c.c.).
- Perimento totale del bene: se il bene oggetto di usufrutto viene distrutto (art. 1014, comma 2, c.c.).
- Abuso dell’usufruttuario: se l’usufruttuario usa il bene in modo tale da danneggiarlo gravemente o non ne paga le imposte, il nudo proprietario può chiedere la cessazione dell’usufrutto (art. 1015 c.c.).
- Scadenza del termine: nel caso di usufrutto a termine.
Conclusione
L’usufrutto è un diritto a termine, che dipende dalla durata della vita dell’usufruttuario se persona fisica, o da un limite massimo di 30 anni se concesso a una persona giuridica. Si estingue per diverse cause, tra cui consolidazione, abuso o perimento del bene.