La risoluzione consensuale è un accordo tra datore di lavoro e dipendente per porre fine a un rapporto di lavoro in modo congiunto, senza che vi sia una decisione unilaterale. Tuttavia, molte persone si chiedono se in caso di risoluzione consensuale sia possibile accedere alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), l’indennità di disoccupazione erogata dall’INPS. Cerchiamo di chiarire in quali circostanze è possibile richiedere la NASpI in caso di risoluzione consensuale e quali sono i requisiti necessari per ottenerla.
Cos’è la Risoluzione Consensuale?
La risoluzione consensuale del contratto di lavoro è un tipo di cessazione del rapporto lavorativo che avviene per accordo reciproco tra datore di lavoro e dipendente. Questo tipo di risoluzione è diverso dal licenziamento o dalle dimissioni, in quanto è frutto di una trattativa tra le due parti.
NASpI: Requisiti Generali
La NASpI è un’indennità di disoccupazione che spetta ai lavoratori dipendenti che perdono il lavoro involontariamente. I requisiti per accedere alla NASpI includono:
- Stato di disoccupazione involontario: La disoccupazione deve derivare da un licenziamento o da situazioni che non dipendono dalla volontà del lavoratore.
- Contributi versati: È necessario aver versato almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti la fine del rapporto di lavoro.
- 30 giornate di lavoro effettivo: È necessario aver lavorato per almeno 30 giorni nei 12 mesi precedenti la cessazione del rapporto di lavoro.
Quando Spetta la NASpI in Caso di Risoluzione Consensuale?
In linea generale, la risoluzione consensuale non dà diritto all’indennità NASpI, in quanto si tratta di una cessazione del rapporto lavorativo volontaria e concordata tra le parti. Tuttavia, esistono delle eccezioni in cui il lavoratore può comunque accedere alla NASpI anche in caso di risoluzione consensuale:
- Risoluzione consensuale in sede di conciliazione: Se la risoluzione consensuale avviene nell’ambito di una conciliazione sindacale o presso un ente autorizzato, come un ufficio del lavoro, il lavoratore ha diritto alla NASpI. Questo accade, ad esempio, quando il datore di lavoro avvia una procedura di licenziamento collettivo o una modifica sostanziale delle condizioni lavorative.
- Risoluzione consensuale in caso di trasferimento del lavoratore: Se il lavoratore si dimette o accetta una risoluzione consensuale a seguito di un trasferimento aziendale in una sede molto lontana (oltre 50 km dal domicilio o a più di 80 minuti di viaggio con i mezzi pubblici), può richiedere la NASpI.
- Accordo in sede di procedura di licenziamento collettivo: Quando si verifica un licenziamento collettivo, se il lavoratore accetta la risoluzione consensuale durante le trattative sindacali o presso un ente di conciliazione, ha comunque diritto alla NASpI.
Quando la NASpI Non Spetta in Caso di Risoluzione Consensuale?
Ci sono situazioni in cui la risoluzione consensuale esclude automaticamente la possibilità di ottenere la NASpI. Tra queste troviamo:
- Risoluzione consensuale senza conciliazione: Se l’accordo per terminare il rapporto lavorativo avviene in modo privato, senza il coinvolgimento di enti di conciliazione o senza le eccezioni previste dalla legge, il lavoratore non può accedere alla NASpI.
- Accordi aziendali fuori dalle sedi autorizzate: Se l’accordo di risoluzione consensuale viene siglato in azienda, ma senza il ricorso a una procedura di conciliazione, l’indennità non è dovuta.
Come Richiedere la NASpI in Caso di Risoluzione Consensuale
Se la risoluzione consensuale rientra nei casi previsti per la concessione della NASpI, la procedura per richiedere l’indennità è la stessa di un licenziamento:
- Presentazione della domanda: La richiesta di NASpI deve essere inoltrata all’INPS entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. È possibile effettuare la domanda online, tramite il portale INPS (sezione “Prestazioni e Servizi”) o rivolgendosi a un patronato.
- Verifica dei requisiti: Una volta presentata la domanda, l’INPS valuterà se sono soddisfatti i requisiti per l’accesso all’indennità, compreso lo stato di disoccupazione involontaria.
- Attesa dell’esito: In caso di esito positivo, l’indennità verrà erogata mensilmente, con un importo calcolato in base agli ultimi stipendi percepiti e alla durata dei contributi versati.
Quanto Dura la NASpI?
La durata della NASpI è calcolata in base alle settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni. In genere, l’indennità viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane di contributi versati, con un massimo di 24 mesi.
Conclusioni
La risoluzione consensuale e la NASpI sono due tematiche strettamente connesse, soprattutto per chi sta valutando la cessazione del proprio rapporto di lavoro. Sebbene in linea di massima la risoluzione consensuale non dia diritto all’indennità, ci sono casi specifici, come la conciliazione o il trasferimento, che permettono al lavoratore di accedere a questa prestazione economica.
Se ti trovi in una situazione di risoluzione consensuale o stai considerando questa opzione, è fondamentale conoscere tutti i dettagli per non perdere il diritto alla NASpI. Rivolgiti a un consulente del lavoro o a un patronato per ricevere assistenza nella presentazione della domanda e nella valutazione dei tuoi requisiti.
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FAQ
- Posso richiedere la NASpI in caso di risoluzione consensuale? Sì, ma solo in casi specifici come la conciliazione sindacale o il trasferimento del lavoratore.
- Quali documenti servono per presentare la domanda di NASpI? È necessario fornire documenti come la lettera di cessazione del rapporto di lavoro e le eventuali certificazioni rilasciate durante la conciliazione.
- Quanto dura la NASpI? La NASpI può durare fino a 24 mesi, a seconda delle settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni.