La Procura di Roma apre un fascicolo su Virginia Raggi.
Una sorta di atto dovuto in seguito all’esposto presentato da Renato Ienaro, presidente del Circolo romano Sanità e Ambiente del Pd. Nell’esposto si riporta che l’avv.
Raggi ha omesso di dichiarare incarichi e compensi per attività professionale svolta in favore dell’Asl di Civitavecchia negli anni 2012, 2014 e 2015, nel periodo in cui ricopriva l’incarico di consigliere presso l’Assemblea capitolina di Roma Capitale.
In questo caso, anche a detta del magistrato Alfonso Sabella, potrebbe profilarsi il reato di falso in atto pubblico.
Le dichiarazioni formali sono fatte in base al Dlgs 33 del 2013, la legge sulla trasparenza, e riguardano gli “obblighi di pubblicazione concernenti i componenti degli organi di indirizzo politico”.
La mancata o incompleta comunicazione dà luogo a una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 10.000 euro.
Per quel che riguarda l’aspetto penale, si fa pure riferimento all’art. 76 del DPR 445 del 2000: “Chiunque rilasci dichiarazioni mendaci, è punito ai sensi del Codice Penale”.
Dimenticanza? Dolo? Colpa? Certo è che questa non è una persona qualsiasi, ma un personaggio pubblico che rilascia una pubblica dichiarazione, e per giunta fa pure l’avvocato.