Il morbillo è una malattia infettiva causata da un virus. È molto contagiosa e colpisce soprattutto i bambini, ma non risparmia adolescenti e adulti.
Si trasmette per via respiratoria attraverso tosse e starnuti e attraverso le secrezioni nasali: il virus può rimanere attivo e contagioso nell’aria o sulle superfici infettate anche due ore.
Chi è infetto è contagioso da quattro giorni prima che compaiano le tipiche macchioline rosse fino a quattro giorni dopo. Il periodo di incubazione dura 10-12 giorni, e il decorso della malattia è tra i 10 e i 20 giorni. Una volta contratto, si è immuni contro il morbillo, teoricamente per tutta la vita.
In Italia, nel corso degli ultimi mesi, se ne è parlato moltissimo, perché il vaccino è inserito tra quelli obbligatori per l’accesso a scuola: una misura presa dal passato governo, e appoggiata da tutte le autorità sanitarie, per cercare di raggiungere l’immunità di gregge che in Italia purtroppo non è affatto raggiunta.
Solo nei primi sei mesi di quest’anno sono stati segnalati 2029 casi (di cui 267 a giugno); 4 i decessi, che si aggiungono ai 4 segnalati nel 2017. Il dato più significativo è che il 91,3% dei casi era non vaccinato al momento del contagio, il 5,4%, invece, era stato vaccinato con una sola dose.
E, mentre l’attuale governo sta pensando di togliere l’obbligo, ecco che arriva la notizia di un nuovo focolaio: nello specifico, all’ospedale di Macerata in pochi giorni sono stati registrati 15 contagi. Un numero che fa alzare vertiginosamente la media in tutte le Marche.
L’epidemia sarebbe partita da un ragazzino, che si è sottoposto alle cure del pronto Soccorso e che ha effettuato accertamenti in altri reparti dell’Ospedale di Macerata. E, da lì, sono state almeno quindici le persone contagiate, con un minore che è stato addirittura trasferito al Salesi per scongiurare le complicanze della malattia infettiva.
Per fortuna, orala situazione è tornata alla normalità sia all’interno del nosocomio, dove la situazione è stata posta sotto attenzione con l’adeguata profilassi, sia tra i familiari e i contatti delle persone che hanno contratto il morbillo.
Ma l’episodio ha dimostrato, per l’ennesima volta, tutta l’importanza della vaccinazione, che al momento è l’arma di prevenzione più efficace.
Ricordiamo che oltre che una malattia potenzialmente letale, il morbillo è anche una piaga in termini economici e di occupazione del personale sanitario, come dimostra uno studio, su un singolo focolaio di morbillo esploso a New York, pubblicato sulla rivista scientifica JAMA Pediatrics.
Il fatto è avvenuto nel 2013 a New York, città dove il virus è stato dichiarato eradicato nel 2000, quando un adolescente di ritorno da una vacanza a Londra portò il morbillo nella Grande Mela, e contagiò 58 persone su 3.351 potenziali contatti esposti all’infezione, in modo indiretto e non.
Il Dipartimento di salute e di igiene mentale della Città di New York, attivatosi per rispondere all’emergenza, investì 10.054 ore di lavoro dello staff medico per condurre test dei potenziali contatti, cercare nei loro campioni specifici anticorpi, vaccinare i non vaccinati: l’equivalente, in termini economici, di 394.448 dollari (337 mila euro circa) che, ovviamente, avrebbero potuto essere impiegati in modo diverso.
Questo esempio mostra in modo lampante come, quindi, le recenti epidemie di morbillo, anche in Italia, siano un pericolo per la salute ma anche per le tasche di tutti.